PIEMONTE: TERRA, FRUTTI E SAPORI - ITALIAMY - ITALIA CHE AMI

PIEMONTE: TERRA, FRUTTI E SAPORI

Il legame tra uomo e natura 

In Piemonte, il legame tra l’uomo e la natura è antico e indissolubile, tra paesaggi floridi e incontaminati, che spaziano dal Parco del Gran Paradiso, ad un’agricoltura dal carattere ancora forte, che si esprime particolarmente nelle distese collinari ricoperte da filari di vigenti, che producono vini tra i più pregiati in Italia e nel mondo, uliveti, noccioleti e da qualche tempo anche, piccoli frutti come mirtilli, more e lamponi. 

Tale legame è sicuramente volto alla promozione di uno sviluppo agricolo sostenibile prestando particolare attenzione al mantenimento della biodiversità delle produzioni, valorizzando il lavoro di tutti quei produttori che si impegnano, nel rispetto della natura, per offrire prodotti sani e di qualità. 

In questo modo si andrà certamente ad aumentare la qualità dei prodotti che arriveranno sulla nostre tavole, per uno stile di vita più sano, e più green, rispettando l’ecosistema a partire dalla coltivazione delle materie prime. 
 

Il buon vino piemontese 

Parlare del vino piemontese significa parlare della storia del Piemonte. I grandi vini autoctoni hanno una tradizione millenaria e imponente, questo soprattutto grazie a una notevole biodiversità, rappresentata, da vigneti, frutteti, nocciolati, prati, ecc, che donano un terreno molto ricco di minerali, ideale per la produzione di vino.  

La cantina più antica, è datata in piena epoca romana e nel 1758 fu pubblicato un bando del comune di Alba, che poteva costituire una sorta di legge di "denominazione di origine controllata", portando l'offerta delle D.O.C. nell'olimpo dei grandi vini mondiali. 
Le numerose aree piemontesi vocate alla coltivazione della vite possono essere raggruppate in tre macro zone (Monferrato, Langhe e Roero, distretti enologici del Piemonte settentrionale) che presentano, oltre alla vicinanza geografica, anche affinità dal punto di vista enologico e produttivo. 

Ogni vino, in Piemonte, ci racconta una storia, quella delle proprie origini, dei luoghi in cui è nato, delle terre che lo hanno generato e degli uomini che lo hanno prodotto. Sono storie ricche di umanità e di tradizioni che ci accompagnano in un viaggio immaginario attraverso le terre del vino.  

La natura richiede pazienza e va custodita, e il Piemontese lo sa bene quante attenzioni bisogna preservare per custodire ciò che essa ci va donando. Innanzitutto, la paternità del vitigno: Nebbiolo, Barbera, Dolcetto, Grignolino, Moscato, Cortese, Arneis sono fra i più importanti, ciascuno con spiccate caratteristiche distintive quasi mai mescolate tra loro, secondo la tradizione piemontese che ne predilige la purezza. Ecco allora che i vini principali portano il nome dell'uva stessa e ogni vitigno ha la sua zona tipica che ne delimita il territorio maggiormente evocato: zona della Barbera" o "zona del Dolcetto", così come le zone DOCG (Denominazione d'Origine Controllata e Garantita) di Moscato, Barolo, Barbaresco e Gattinara. Tali vini ci parlano naturalmente anche dei vignaioli, gli uomini che curano e studiano il vigneto e la trasformazione dell'uva, ne conoscono le tecniche e sono diventati abili imprenditori. L'uomo rimane dunque protagonista del vino e della sua lavorazione artigianale, condizionato dalla natura, in tutte le sue sfaccettature e inconsuetudini. Tutto questo ci conferma il fatto che il vino non è mai casuale né banale ed è sempre portatore di valori del gusto della cultura alimentare. In poche parole, il vino piemontese è civiltà piemontese. 

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 Il prestigioso olio evo piemontese 

Il Piemonte, prevalentemente montuoso, possiede una morfologia apparentemente proibitiva per la coltivazione dell’ulivo. Nonostante questo e la presenza di pochissimi frantoi, che ne garantiscono la frangitura entro le 12/24 ore, la regione piemontese vanta una lunga tradizione nei riguardi della produzione dell’olio di oliva. Da oltre sessantamila piante sono state ricavate circa quindici quintali di olio piemontese con caratteristiche pregiate. La produzione è incentrata nella zona del Monferrato, una località caratterizzata da una marcata escursione termica e costituita per la maggior parte da ulivi secolari. 

Le varietà più diffuse sono: il Leccino, un albero vigoroso dal portamento assurgente. I rami principali possiedono un andamento inclinato; la chioma è espansa con rametti penduli con foglie ellittico-lanceolate di colore verde argento; il frantoio, con rami penduli tortuosi e inclinati, le foglie sono lanceolate e di colore verde brillante, il Pendolino, dalla chioma folta con foglie lanceolate di colore verde argenteo e il Leccio del Corno dalla chioma folta e foglie grandi dal colore verde cupo. 

La produzione di olio extravergine di oliva piemontese vanta alcuni oli di eccellenza, che acquisiscono sempre più apprezzabilità e riconoscenza in Italia e all’estero, per le proprie proprietà nutraceutiche ed organolettiche. Infatti, l’olio extravergine d’oliva piemontese, dal colore verde e luminoso ha una fortissima presenza di polifenoli e una bassissima acidità, che lo rendono rigenerante ed antiossidante. 

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 Le gustosissime nocciole piemontesi 

Il nocciolo è stato uno dei primi fruttiferi utilizzati e coltivati dall’uomo, e verso il 1930 si diffonde in Piemonte la coltivazione, grazie all’appassionata attività del Prof. Emanuele Ferraris il quale dimostrò all’epoca come l’albero del nocciolo fosse più resistente e duraturo della vite. Su questi territori ha origine la Nocciola Piemonte IGP, che vanta ben cinque siti iscritti nell’UNESCO tra cui l’areale di Langhe – Roero e Monferrato. 

L’IGP identifica i prodotti agricoli e alimentari originari di un territorio in cui si svolge almeno una delle fasi di produzione e ai quali sono attribuibili: la qualità, la reputazione e altre caratteristiche particolari di pregio. Particolarmente apprezzata per i suoi parametri qualitativi, la Nocciola Piemonte IGP va conservata in ambienti freschi e ventilati, e si può mangiare appena colta o dopo l’essiccatura.  

Il prodotto è prevalentemente utilizzato nell’industria dolciaria per la preparazione di creme, torte, gelati o come ingrediente nel tipico cioccolatino piemontese, il gianduiotto, e nel caratteristico torrone natalizio, dove la nocciola costituisce l’ingrediente fondamentale ed esprime al meglio le proprie caratteristiche.  

Infine, grazie ad un contenuto significativo di aminoacidi essenziali e di vitamina E, risulta particolarmente ricca in lipidi. In particolare, la frazione lipidica è costituita per oltre il 40% da acidi grassi monoinsaturi (come l’acido oleico) e presenta il più alto rapporto monoinsaturi/polinsaturi rispetto all’altra frutta secca. 
Recenti studi dimostrano infatti gli effetti positivi di un consumo regolare di nocciole sulla salute umana. È infatti confermato che una dieta ricca in acido oleico (lo stesso acido grasso presente nell’olio extra vergine d’oliva) consente di mantenere il cosiddetto “colesterolo cattivo” a bassi livelli nel sangue, e di innalzare i livelli del “colesterolo buono”. 

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I piccoli frutti piemontesi 

Per “piccoli frutti “ si intendono i lamponi, mirtilli, il ribes, le more e le fragoline di bosco. Gli alti livelli qualitativi dei piccoli frutti nelle valli piemontesi sono la diretta conseguenza di una felice combinazione di fattori naturali e di scelte attente dei coltivatori. Inoltre, la sempre più persistente adozione di tecniche sostenibili e biologiche della coltivazione, consente di raccogliere i frutti, quando hanno raggiunto un giusto grado di maturazione e di sviluppo, ossia quando sono in possesso delle caratteristiche organolettiche tipiche delle singole varietà.  

La raccolta dei frutti spontanei del sottobosco ha tradizioni antichissime, rappresentando per secoli, una fonte di alimento e medicamento, mantenutasi ancora viva al giorno d’oggi, soprattutto in quelle regioni in cui la crescita spontanea di questi frutti è naturalmente favorita dalle condizioni climatiche e geomorfologiche. Le vallate dell’Alto Piemonte, vengono descritte come orgogliosa meraviglia, i cui prodigi della natura piemontese, in particolare riguardo ai frutti con cui queste terre nutrono e allietano i coltivatori di queste zone, fioriscono copiosamente durante la primavera. 

Lamponi, mirtilli, more, ribes e fragoline crescevano spontaneamente lungo le strade alle pendici dei monti ed erano una gioia per i bambini, che li raccoglievano in piccoli cestini e, con cura, li portavano alle loro nonne, le quali confezionavano marmellate e dolcetti di cui i piccoli erano ghiotti. 
Quando si cominciò a pensare che questi piccoli prodotti potevano anche essere venduti, si iniziò la raccolta di lamponi e mirtilli che venivano venduti e da cui si ricavavano liquori, composte, marmellate, sciroppi, creme, profumi e persino medicinali. 
Il settore è continuamente impegnato in una costante evoluzione tesa alla ricerca di una sempre migliore qualità di prodotti, i frutti di bosco, da sempre presenti in queste vallate e che sono insieme testimoni e garanti della storia, delle tradizioni e del carattere degli agricoltori di queste terre, tra i più noti, i frati del Monastero di Germagno in Valstrona. 

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In conclusione 

Il Piemonte, terra di prodotti gastronomici, dai vini ai liquori, passando per l’olio, fino ad arrivare ai frutti e alla tradizione dolciaria, in quanto a gusto, è capace di fare la gioia di grandi e piccini: delizie per gli occhi e il palato, che trovano la loro forza nelle incredibili materie prime e nella bravura di mastri artigiani e coltivatori. 

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